Riforma Pensioni 2023: in Francia si scende in piazza

Introduzione

La Riforma Pensioni in Francia è argomento di discussioni e polemiche già da diversi mesi. La Francia è uno dei paesi industriali con un’età pensionistica più bassa rispetto alla media; infatti, prima del provvedimento, l’età pensionistica era di 62 anni. Con la nuova riforma, diventata legge lo scorso 4 luglio, tale età viene innalzata a 64 anni. Macron si dice costretto a percorrere questa strada perché, citando le sue parole: “Non possiamo giocare con l’avvenire del Paese”. Tuttavia, i cittadini francesi non hanno preso bene questa misura e in Francia scoppia l’ennesima rivolta.

Cosa rischia Macron?

La Riforma Pensioni non è stata votata dalla maggioranza ma è entrata in vigore mediante la questione di fiducia posta dal Presidente Macron. Tuttavia, verrà presentata una mozione di censura che, qualora fosse maggioritaria, metterebbe fine all’attuale Governo francese di Elisabeth Borne e Macron dovrà nominare un nuovo Primo Ministro. Inoltre, cadrebbe anche la legge e la Riforma Pensioni non entrerebbe in vigore.

La protesta contro la Riforma Pensioni

riforma pensioni

Già nei mesi scorsi i cittadini francesi sono scesi in piazza a protestare contro la Riforma Pensioni e già in quell’occasione il Governo si è salvato dalla mozione di censura per una manciata di voti. A questo si aggiunge la recente tragedia del ragazzo 27enne giustiziato da un poliziotto e il risultato è il completo caos in Francia. Macron accetta e rispetta le manifestazioni e i pensieri contrari, a patto che non sfocino nella violenza.

Non sappiamo come si concluderà questa vicenda ma due cose sono certe: Macron vuole questa legge e sembra che niente possa fermarlo mentre i cittadini francesi non si lasciano intimorire e continuano a protestare contro la Riforma Pensioni. Seppur talvolta le proteste sfociano in violenza, forse noi italiani abbiamo da imparare molto dai francesi sotto questo aspetto.

La situazione pensionistica in Italia

In Italia oggi, e in realtà da diversi anni, andiamo in pensione all’età di 67 anni. Nonostante ciò, nessun italiano è mai sceso in piazza contro nessuna riforma pensioni. Ma se collettivamente non possiamo (direi non vogliamo) far nulla, allora dovremmo iniziare a muoverci singolarmente. Il problema più grande infatti non è l’età pensionistica, ma l’ammontare delle pensioni.

Oggi in Italia andiamo in pensione con circa il 70% del nostro reddito se siamo dipendenti privati e circa il 50% del nostro reddito se siamo autonomi. Ma il trend è negativo, infatti nel 2040 tali percentuali scendono a 65% per i dipendenti privati e 45% per i dipendenti autonomi (fonte: Ragioneria Generale dello Stato pag. 23). Per questo motivo già da anni è sempre più diffusa la previdenza privata, con lo scopo di integrare quella pubblica e riuscire a raggiungere il 100% o quasi del nostro reddito una volta in pensione.

Cos’è la previdenza privata?

La previdenza privata in Italia rappresenta un importante strumento di integrazione al sistema pensionistico pubblico. Consiste in fondi pensione gestiti da enti privati che offrono agli individui la possibilità di accumulare un capitale aggiuntivo per la pensione. Questo strumento venne introdotto nella Riforma Pensioni Amato del 1993.

I benefici di questa forma di previdenza sono molteplici. Innanzitutto, la previdenza privata consente ai lavoratori di garantirsi un’entrata economica supplementare al momento del pensionamento, fornendo una sicurezza finanziaria ulteriore per affrontare le spese quotidiane e mantenere un tenore di vita adeguato.

Inoltre, la previdenza privata offre una maggiore flessibilità rispetto al sistema pensionistico pubblico, consentendo agli individui di personalizzare il proprio piano pensionistico in base alle proprie esigenze e aspettative future. Questo può includere la scelta del livello di contribuzione (quanto versare), il tipo di investimenti (il livello di rischio) e l’età di inizio del piano (puoi iniziare quando vuoi). Ma l’aspetto davvero interessante è che i piani previdenziali privati offrono vantaggi fiscali davvero incredibili, consentendo ai partecipanti di beneficiare di detrazioni e agevolazioni fiscali sulle loro contribuzioni.

Nello specifico, un lavoratore dipendente con un reddito medio, per ogni 1.000€ versati in un piano previdenziale, incassa ben 350€ nella busta paga di Luglio. Questo significa che se decidi di versare 2.000€ nel 2023, a luglio del 2024 la tua busta paga sarà aumentata di ben 700€.

Pertanto, la previdenza privata in Italia rappresenta un’opportunità preziosa per coloro che desiderano costruire una pensione solida e garantire una maggiore stabilità finanziaria nel lungo termine.

Quali sono le prossime riforme in Italia?

Sembra che la prossima Riforma Pensioni in Italia sia tutt’altro che positiva: in pochi anni siamo passati da Quota 100 a Quota 102 e il prossimo passo sarà con tutta probabilità Quota 103. Perché la situazione va sempre peggiorando? Perché l’Italia è un paese demograficamente anziano. Secondo le proiezioni, nel 2026 la spesa pensionistica toccherà i 65 miliardi. Risulta evidente lo squilibrio economico che ormai sembra essere arrivato ad un punto di non ritorno.

A maggior ragione, la previdenza privata è sempre più diffusa tra i cittadini italiani. Non ci possiamo aspettare di mantenere il nostro tenore di vita quando saremo in pensione se contiamo solo sulla previdenza pubblica. Come abbiamo visto sopra, i tassi di sostituzione (percentuale del nostro reddito che diventa la nostra pensione) è sempre più basso e di conseguenza insufficiente al mantenimento di un adeguato tenore di vita.

Conclusioni

In conclusione, la Francia sta attraversando un periodo di estremo caos a causa della Riforma Pensioni tanto voluta da Macron. Forse dovremmo prendere esempio dai francesi e iniziare a scendere in piazza anche noi, al posto di lamentarci sui Social Media. Tuttavia, i numeri parlano da soli: c’è un buco previdenziale che è sempre più grande e difficilmente le proteste potranno impedire l’adozione di misure sempre più strette ai cittadini.

C’è qualcos’altro che possiamo fare però: iniziare a coltivare il nostro piccolo orticello e arrivare alla pensione finanziariamente preparati, così da non dover dimezzare il nostro tenore di vita. Per farlo, ci basta accantonare piccole somme fin da oggi grazie alla previdenza privata. Noi di Budroni Assicura, tramite la nostra Diagnosi dei Rischi, siamo in grado di costruire un piano personalizzato per te, sulla base delle tue esigenze e disponibilità. Contattaci per richiedere informazioni.

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